Archeobotanica - Civiltà Nazca



Novembre 2009 * Designed by Gloria Piacenza


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La cultura Nazca (introduzione)
Sito archeologico di Cahuachi
Nell'epoca preincaica fiorì la cultura Nazca, nell’ampia vallata del fiume Nasca, ubicata sulla costa sud peruviana (tra il 200 a.C. ed il 550 d.C.).


Alimenti preincaici

I documenti storici riportano notizie su cosa mangiavano gli indigeni: dal mais alle patate, dai fagioli al peperoncino ed altri prodotti della terra sia coltivati che spontanei, tuttavia scarse sono le notizie su come questi prodotti erano preparati per la consumazione.

I ritrovamenti archeologici tentano di colmare questa lacuna tramite l’analisi dei depositi di alimenti e vivande presenti nelle offerte, siano esse religiose dedicate agli dei, sia quelle messe a disposizione dei defunti.

Il materiale archeologico esaminato, proviene da due differenti siti archeologici: il primo, più antico, si riferisce al centro cerimoniale di Cahuachi centro di espansione della cultura Nasca. Il secondo riguarda la cultura Chiribaya, (900 d.C – 1200 d.C.), insediata nella vallata del fiume Osmore, dipartimento di Ilo, estremo sud del Perù.


Cultura Nazca

Durante gli scavi si incontrano in pozzetti scavati nel suolo, piccoli depositi di prodotti agricoli, generalmente crudi, per lo più pannocchie di mais, legumi e tuberi. Rappresentano i raccolti che gli uomini nasca offrivano alle loro entità sopranaturali con la finalità che gli dei favoriscano la buona crescita delle piante e che diano un buon raccolto, almeno questa è la idea generale che abbiamo in merito.

La peculiarità di Cahuachi, centro religioso e rituale, fa sì che le offerte di prodotti agricoli siano crudi, in quanto agli dei si offrono prodotti nella loro forma naturale, non elaborati come cibi o pietanze.

Certamente la collocazione di offerte rituali possiede, tra le altre, un marcata funzione religiosa. Altro valido motivo è che le offerte religiose siano fatte nel luogo sacro, nello spazio dove si presume la presenza delle divinità.


Cultura Chiribaya

Offrire alimenti ai defunti era tradizione comune a diversi gruppi etnici andini, usanza ampiamente riportata da numerosi cronisti e relatori della Conquista.

Durante gli scavi archeologici nella vallata del fiume Osmore, in Ilo, si rinvenne in una tomba, tra le altre offerte, una ciotola contenente un sedimento sopra il quale fu deposto un cucchiaio di legno. Il residuo, nel suo insieme appariva come una zuppa di fagioli ma un’analisi più specifica chiarì che si trattava di una miscela di fagioli e semi di maiz. Si tratta di una combinazione simile ad una zuppa mapuche denominata Pilco. Questa evidenza alimentare propone relazioni culturali tra popolazioni locali con altre che vivevano sulla costa più al sud, mentre la presenza della quinua e delle patate testimonia lo scambio di prodotti con l’altopiano andino.

Le tecniche antiche di trasformazione dei prodotti agricoli in alimenti, sembrano tramandarsi fino al presente con continuità e rispetto delle tradizioni culinarie.

Per esempio, tra le offerte al defunto, furono deposte cinque Humintas o Tamales in una scodella, alimento preparato con un impasto di farina di mais avvolto nelle foglie della pannocchia e cotto al vapore. Le humintas ed i tamales sono un preparato alimentare ricco di nutrienti in quanto nell’impasto sono aggiunti differenti ingredienti: carne, peperoncino, miele a seconda se salati o dolci.

L’archeologia ha confermato che questi cibi appartengono alla più antica tradizione gastronomica precolombiana. In quasi tutti gli ambienti tombali esistono recipienti con i sedimenti delle vivande offerte al defunto, future analisi di laboratorio potranno chiarire quali sostanze compongono i cibi rinvenuti nelle ciotole e nelle scodelle che fanno parte del corredo funerario.




Prefazione

Approfondimenti cultura Nazca

Approfondimenti cultura Chiribaya





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